Paolo Carrus, uno dei pianisti e compositori jazz più famosi e apprezzati della Sardegna, dal 2001 fondatore e direttore della Big Band della Scuola Civica di Musica di Cagliari, ritorna all’European Jazz Expo con la Paolo Carrus New Ensemble. Un nuovo progetto originale nato dall’incontro di musicisti attivi nel panorama isolano, incentrato su sue composizioni che seguono diverse linee evolutive: alcuni hanno riferimenti a moduli ritmico-melodici riferibili alla musica popolare sarda, altri hanno matrici di vari filoni, dal jazz alla musica latino americana. La nuova formazione si avvale di una potente sezione fiati composta da musicisti di consolidata esperienza jazzistica come Stefano D’Anna al sax soprano, Dario Pirodda al sax alto, Andrea Morelli e Valter Alberton al sax tenore e Francesco Sangiovanni al sax baritono. Nella sezione ritmica guidata da Paolo, anche il basso di Corrado Salis e la batteria di Alessandro Garau. Un progetto live, ma soprattutto un disco, prodotto da S’Ardmusic per la nuova collana “Jazz in Sardegna” nata con il desiderio di dare visibilità al grande fermento musicale e ai movimenti locali jazzistici, frutto di trent’anni di rassegne jazz di respiro internazionale nell’isola, tra i quali il Festival Jazz in Sardegna, che hanno aperto un varco verso le sonorità afroamericane e tracciato la strada per le grandi produzioni originali. Paolo Carrus, la cui carriera ultratrentennale lo ha visto protagonista in molteplici progetti, collaborazioni prestigiose e sui palchi internazionali, pone stavolta il suo sguardo verso un punto di vista aperto, come il titolo di questo suo ultimo lavoro “Open View”, che lui stesso considera “Un’esperienza di coesione dove nessuno si sente solo e non viene mai meno l’armonia continua del suono orchestrale. Abbiamo condiviso dei viaggi in territori musicali aperti a diversi stili e ritmi, ma sempre in un percorso vissuto insieme. L’orchestra avvolge ogni musicista e lo accompagna in temi ispirati a ciò che emerge dal magma musicale: Open View è un pezzo del mondo che viviamo”.