Mauro Sigura nasce a Torino e, dopo la laurea in Filosofia, si dedica a tempo pieno alla chitarra e al bouzouki, tracciando un percorso artistico attraverso il blues, il jazz e la world music. Nella sua carriera musicale ha collaborato e si è esibito con diversi artisti tra cui: Erik Truffaz, gli Agricantus, Tonj Acquaviva, Rosie Wiederkehr, l’orchestra multietnica di Porta Palazzo, Lutte Berg, lo scrittore Antonio Pascale e la poetessa siriana Maram Al-Masri. Nel 2005, conclusa l’esperienza torinese, Mauro si trasferisce in Sardegna, dove entra in contatto con il folk e il jazz sardo, tale incontro risulterà importantissimo per la crescita del musicista. Nel Dicembre 2009 è finalista al Premio Andrea Parodi, con il brano dal titolo “Su fogu e sa die”. Sempre nel 2009 intraprende lo studio dell’OUD, iniziando un percorso nella musica mediterranea che lo porterà nel Gennaio 2011 ad entrare nell’orchestra multietnica di Porta Palazzo di Torino. Da Gennaio 2012 Mauro Sigura inizia a collaborare con il gruppo palermitano/internazionale AGRICANTUS (by Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr). Nel 2013 Mauro Sigura inizia a lavorare con Gianfranco Fedele (piano), Alessandro Cau (batteria, sbirofono) e Tancredi Emmi (contrabbasso) al progetto “The Colour identity”, un progetto finalizzato a tracciare una linea musicale immaginaria capace di unire le sonorità Mediterranee e i ritmi africani con le atmosfere sonore del Nord Europa. Il progetto “The colour identity” segna una svolta nella carriera di Mauro Sigura. Fino ad oggi infatti, Sigura aveva sempre collaborato con le bands in veste di tournista o di co-produttore ma, nonostante queste esperienze gli abbiano permesso di entrare in contatto con diversi musicisti, si è fatta sempre più pressante in Sigura, la necessità di un progetto in grado di dare forma a nuove idee. Con “The colour identity” inizia un viaggio di sperimentazione tra suoni e linguaggi apparentemente diversi, ma tutti convergenti sulla necessità di rivendicare l’esistenza di un sentire comune a tutta l’umanità, anche se espresso e stimolato in modi differenti. In ogni colore diverso c’è un principio identico: la luce. Essa è identità del diverso e centro dell’universo cromatico. Nella stessa maniera, la necessità espressiva ritmico-melodica presente in ognuno di noi funge da movente creatore per tutte le musiche del mondo al di là di ogni genere e differenza. Tale necessità è il centro e l’origine della nostra espressione ed è linguaggio primordiale del divenire universale. La combinazione tra suoni, melodie, ritmi della tradizione ottomano-mediterranea e le atmosfere del jazz contemporaneo europeo, si fondono in questo progetto generando un suono unico e suggestivo, in grado di evocare, nel ascoltatore, un viaggio oltre la dimensione temporale dalle sponde colorate del Senegal fino agli spazi sospesi del nord Europa, mischiando suoni ed elementi di diverse culture, in un unico grande respiro.